Gli Agostiniani a Firenze:
otto secoli di fede, cultura e umanesimo nell’Oltrarno

La presenza degli Agostiniani a Firenze risale ai primi decenni del XIII secolo. Nel 1233, alcuni frati eremitani si stabilirono ad Arcetri, in località Lepore, dove fondarono un piccolo romitorio dedicato a San Matteo, su impulso di papa Innocenzo IV. Era un ordine mendicante, urbano, impegnato nella predicazione e nella vita cittadina.
Nel 1250, Spinello Accolti e Omodeo di Guido vendettero al frate Aldobrandino, priore del convento di San Matteo, una casa, terre e vigne nella zona dell’attuale quartiere di Santo Spirito, allora detta Casellina o Cuculia: un’area ancora rurale e silenziosa.
Gli Agostiniani vi costruirono un oratorio e un piccolo convento che divennero presto un punto di riferimento religioso e culturale per l’Oltrarno. La prima chiesa, dedicata a Maria Vergine, allo Spirito Santo e a tutti i Santi, risale al 1252. Nel 1269 iniziò la costruzione di un nuovo edificio sacro, più ampio e solenne, che sarebbe divenuto la futura Basilica di Santo Spirito.
Un centro di fede, arte e cultura
Già nel 1284, il convento fiorentino fu riconosciuto come Studio generale dell’Ordine, centro di studi teologici e filosofici tra i più prestigiosi d’Europa. Pochi anni dopo, nel 1287, ospitò un importante Capitolo generale degli Agostiniani.
Con l’ampliamento del 1292, il convento e la nuova Piazza Santo Spirito divennero parte integrante della vita urbana, sociale e intellettuale di Firenze. La biblioteca conventuale, che nel 1450 contava ben 577 manoscritti, era considerata una delle più ricche e frequentate della città.
Gli Agostiniani e l’Umanesimo
Il convento di Santo Spirito fu un crocevia di spiritualità e cultura umanistica. Vi insegnò fra’ Dionigi da Borgo San Sepolcro, maestro del Petrarca, al quale donò le Confessioni di Sant’Agostino, influenzandone profondamente il pensiero.
Alla stessa comunità appartenne fra’ Luigi Marsili, frate colto e umanista, in corrispondenza con il Petrarca e con Coluccio Salutati. Il suo insegnamento contribuì a fare di Santo Spirito un luogo di dialogo tra fede e cultura.
Anche Giovanni Boccaccio frequentò il convento, legandosi d’amicizia a fra’ Martino da Signa e lasciando agli Agostiniani la sua biblioteca personale.
Tra la fine del Trecento e il Quattrocento, la cella di fra’ Marsili divenne un punto d’incontro per umanisti come Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Roberto de’ Rossi e Giannozzo Manetti: nacque così una delle prime accademie letterarie del Rinascimento fiorentino.
Il rinnovamento rinascimentale
Il 28 agosto 1397, giorno di Sant’Agostino, fu deliberata la costruzione di una nuova grande chiesa per la comunità. I lavori iniziarono nel 1434 e furono poi affidati a Filippo Brunelleschi, che ne concepì il celebre progetto rinascimentale.
La Basilica di Santo Spirito divenne così non solo un luogo di culto, ma anche un simbolo della spiritualità agostiniana e dell’intreccio tra fede, arte e pensiero umanistico che caratterizzò Firenze nel suo periodo più fecondo.
Gli Agostiniani oggi
Oggi la Basilica di Santo Spirito è retta dalla Provincia d’Italia dell’Ordine di Sant’Agostino attraverso la Comunità Agostiniana di Firenze. La sede generalizia dell’Ordine è a Roma, dove risiede anche il Consiglio Provinciale, da cui dipende la comunità fiorentina.
Gli Agostiniani continuano a vivere nel cuore della città secondo l’insegnamento del loro fondatore: unire preghiera e studio, fede e cultura, spiritualità e vita civile. Come nei secoli passati, il convento di Santo Spirito rimane un luogo vivo di accoglienza e di dialogo, aperto alla ricerca della verità e alla condivisione dei valori di Sant’Agostino.


