Michelangelo, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, fu accolto nel 1493 dal priore del convento agostiniano, che gli permise di frequentare i locali dell’infermieria e dell’obitorio per analizzare da un punto di vista anatomico i cadaveri per capire la struttura intima del corpo umano al fine di rappresentarlo con fedeltà nelle sue future opere artistiche1.
Michelangelo era un giovane molto promettente e dotato di un talento fuori dal comune, lo aveva capito Lorenzo ed anche padre Nicolao Bichiellini, priore di Santo Spirito. Sia Giorgio Vasari che Ascanio Condivi, che pubblicarono le loro biografie su Michelangelo quando l’artista era ancora in vita, ci raccontano che a circa diciassette anni frequentò per più di un anno i locali del Convento di Santo Spirito accrescendo la sua preparazione tecnica, filosofica e teologica2.
Ma all’interno del Convento, dove si trovavano i locali in cui Michelangelo “scorticava i corpi senza vita” che provenivano dall’infermeria e dall’obitorio? Possiamo fare solo delle congetture tenendo conto che nel 1493 il convento era assai diverso rispetto a quello attuale3.
Quando Michelangelo arrivò in convento la basilica brunelleschiana aveva già l’aspetto che anche oggi la caratterizza a livello architettonico (senza l’altare del Caccini), ma il Vestibolo e la Sagrestia non erano ancora terminati. Erano in fase avanzata di costruzione, ma in quella zona, in cui pochi anni prima fu demolito l’antico campanile, c’era un grande cantiere.
Le differenze maggiori possono essere riscontrate nel centro pulsante della vita conventuale, cioè i due chiostri. Ai tempi di Michelangelo non esistevano il chiostro dell’Ammannati e quello del Parigi, edificati tra il cinque-seicento e rappresentanti, per le loro dimensioni quasi identiche, una caratteristica di forte originalità rispetto a strutture analoghe in altri conventi.
Al posto di questi due chiostri c’era, confinante con il lato della basilica, il Chiostro Piccolo, sovrapponibile alla parte occidentale del Chiostro del Parigi (Chiostro dei Morti) e, più esteso rispetto al Chiostro dell’Ammannati, il Chiostro Grande dei Pini. Il refettorio nuovo con gli affreschi del Poccetti che divide adesso i due chiostri ancora non era stato edificato.
Il Chiostro Piccolo era la zona del convento in cui si trovavano i locali riservati alle attività della vita comunitaria dei frati: l’antica Sala Capitolare, l’ingresso alla Basilica e l’antico refettorio (corrispondente all’attuale Fondazione Romano).
Nel Chiostro dei Pini si trovavano i locali dedicati ai servizi che i frati svolgevano nei confronti della popolazione: l’infermeria, l’obitorio, l’ospizio per l’accoglienza dei pellegrini, il noviziato per l’accoglienza degli studenti, la Spezieria, varie camere e piccoli appartamenti.
È dunque nel Chiostro dei Pini, l’attuale Chiostro dell’Ammannati, la zona del convento in cui Michelangelo trascorse la gran parte della sua permanenza in Santo Spirito. Accanto all’infermeria si trovava una cappella, denominata per l’appunto Cappella dell’Infermeria4: è la Cappella Corsini che attualmente si trova nel Chiostro dell’Ammannati.
Grazie agli studi anatomici svolti in quella parte del convento (ad oggi appartenenti all’ex distretto militare della Caserma Ferrucci), Michelangelo riuscì a realizzare la sua prima opera per la Chiesa Cattolica: il Crocifisso in legno di tiglio che ammiriamo in tutta la sua bellezza al centro della Sagrestia del Sangallo5.
Marco Zini
- Giorgio Vasari Le Vite dei più eccellenti architetti, pittori et scultori italiani Firenze 1568 p.720 ↩︎
- Ascanio Condivi Vita di Michelangelo Buonarroti Pisa 1823 p.52 ↩︎
- Gabriele Morolli in La Chiesa ed il Convento di Santo Spirito a Firenze Cassa di Risparmio di Firenze 1996 p. 151 e sg. viene citato l’interessante studio di Padre S. Bellandi La primitiva Chiesa di Santo Spirito in Monografie Agostiniane Firenze 1937 ↩︎
- Rocky Ruggiero Brunelleschi’s Basilica Ed. Viella, Roma 2020 p.41 ↩︎
- Albino Todeschini Sant’Agostino incontra il Crocifisso diSanto Spirito Stamperia Vaticana Roma 2014 ↩︎



Pellegrinaggio Giubilare al Santuario di Santa Verdiana – Castelfiorentino