Papa Leone XIV sarà il Papa della comunione e della pace, capace di mettersi in dialogo con tutti partendo da una pace che nasce nel cuore, dalla presenza del Cristo risorto. Dopo il Papa teologo e il Papa delle periferie, porterà lo spirito agostiniano dell’unità nella diversità, del servizio vissuto con semplicità e profondità.

Nel chiostro della Basilica di Santo Spirito, il Priore Padre Giuseppe Pagano ha condiviso con Toscana Oggi una toccante testimonianza personale e spirituale sul nuovo Pontefice, Papa Leone XIV, agostiniano come lui. Ne è emerso un racconto vivo, ricco di ricordi, di fede e di speranza per il pontificato appena iniziato.
«Io e lui ci conosciamo dal 1983 – racconta Padre Pagano – quando studiavamo insieme a Roma. Lui, allora padre Robert Francis Prevost, era già sacerdote e si occupava di diritto canonico, io invece studiavo teologia. Ci chiamavamo semplicemente per nome: Peppe e Bob. Un’amicizia vera, nata tra aule universitarie, passeggiate, pomeriggi di studio e gite, e proseguita negli anni, anche durante gli incarichi importanti che ha ricoperto.»
Dopo gli studi, il futuro Papa è stato in missione in Perù, poi Provinciale della Provincia agostiniana di Chicago e infine Priore Generale dell’Ordine di Sant’Agostino per due mandati consecutivi. «Durante il primo e il secondo mandato ho lavorato con lui per cinque anni – ricorda Padre Pagano – anni di intenso lavoro, ma anche di grande stima reciproca e momenti di condivisione umana. Anche nella Curia Generalizia non mancava mai la voglia di coltivare la fraternità.»
Il cuore dell’intervista tocca però la dimensione spirituale e pastorale del nuovo Papa. «È un agostiniano autentico – afferma Padre Pagano – non di facciata. Lo ha dimostrato subito: ha concluso il suo primo discorso con l’Ave Maria e ha parlato con forza del valore dell’unità e della comunione. È lo spirito della Regola di Sant’Agostino: ogni persona è chiamata a collaborare, con la propria unicità, per il bene comune. In pluribus unitas, direbbe Agostino.»
Parole che lasciano intravedere quale sarà lo stile del pontificato: «Credo sarà il Papa della comunione e della pace. Dopo Benedetto, il Papa teologo, e Francesco, il Papa delle periferie, Leone XIV sarà il Papa del dialogo, della vicinanza, dell’ascolto. La pace non nasce da sedie attorno a un tavolo, ma dai cuori. È la pace di Cristo risorto, e da lì bisogna partire.»
Il racconto si fa personale, intimo, quando Padre Pagano ricorda l’amicizia che ha legato il Papa anche alla sua famiglia: «Ha celebrato il matrimonio di mia sorella, è venuto a trovare mia madre in casa di riposo, ha partecipato al suo funerale, ha dormito da mio fratello. Gesti semplici, ma profondi. Ha la capacità di condividere la vita concreta delle persone, con naturalezza e rispetto.»
Una semplicità che si accompagna a una profonda cura per la liturgia: «Quando celebrò qui a Santo Spirito il 7 aprile 2024, lo fece con grande dignità. È sempre stato attento alla bellezza del rito, mai eccessivo, mai sopra le righe.»
Infine, uno sguardo fiducioso al futuro: «Spero di poterlo incontrare presto – conclude Padre Pagano – non nelle grandi cerimonie ufficiali, che non amo particolarmente, ma magari in un momento più tranquillo, come accadeva quando era Cardinale. Ci sedevamo insieme, semplicemente, a raccontarci la vita.»
Un legame profondo, umano e spirituale, che oggi illumina la Basilica di Santo Spirito di una luce nuova e accompagna l’inizio di un pontificato che promette di parlare al cuore di tutti.
Ecco il video dell’intervista integrale
Alcune immagini di Papa Leone XIV a Firenze

















