Domenica11 maggio, nella Basilica di Santo Spirito a Firenze, si è celebrata una messa solenne di ringraziamento per l’elezione al soglio pontificio del confratello agostiniano Robert Francis Prevost, divenuto Papa Leone XIV.
L’omelia, pronunciata da Padre Giuseppe Pagano, Priore della comunità agostiniana, è stata un momento di forte intensità spirituale e affetto fraterno.
Rievocando episodi personali e la familiarità con il nuovo Pontefice, Padre Pagano ha tracciato un profilo del “buon pastore” chiamato oggi a guidare la Chiesa universale in un tempo di grandi sfide.
Un messaggio che richiama ogni fedele alla responsabilità di essere costruttore di unità, nella Chiesa e nel mondo, con lo stile accogliente, dialogante e profondamente umano che da sempre caratterizza la spiritualità agostiniana.
Voglio iniziare questa mia riflessione con un aneddoto legato alla nostra comunità di Santo Spirito. Era il 2011, era ancora Superiore Generale dell’Ordine e venni a trovarvi. Ricordo che fu una visita molto semplice, informale, ma intensa. Quel giorno, all’improvviso, ci trovammo a vivere due eventi particolari: il padre di Salvatore, nostro custode, stava per morire. Decidemmo di andare a impartirgli l’unzione degli infermi e, poiché ero presente, mi chiesero di farlo. Accolsi con semplicità questo compito, e pregammo insieme accanto a quel padre morente. Di lì a poco morì.
In quella stessa giornata andammo a trovare padre Guido, che era in villeggiatura. Volevamo fargli una sorpresa. Quando mi vide, si alzò, incredulo, con le lacrime agli occhi. Ricordai le parole del Vangelo: “Com’è possibile che la madre del mio Signore venga da me?”, e qui sembrava che dicesse: “Com’è possibile che il padre generale venga da me?”. È un ricordo che rivela la semplicità e l’umanità dei nostri incontri.
Ecco, questo spirito di prossimità e semplicità oggi lo ritroviamo nella figura del nostro confratello, padre Robert Francis Prevost, oggi Papa Leone XIV. Quando si è affacciato al balcone, l’effetto prodotto sulla folla è stato duplice: entusiasmo e commozione. I suoi occhi lucidi, ma vigili, hanno abbracciato la gente, e lui si è presentato con semplicità: “Sono agostiniano”. È un dono grande per la Chiesa e per noi.
Certo, c’è un po’ di “invidia” perché ci viene “tolto”, ma siamo certi che la spiritualità agostiniana lo accompagnerà nel suo pontificato. Come avete visto, ha scelto lo stemma del cardinale Sebastiano Martinelli, nostro confratello, e la pianeta che ho indossato oggi apparteneva proprio a lui, che partecipò al conclave del 1903. Dopo più di un secolo, un agostiniano torna a salire sul soglio di Pietro.
La liturgia di oggi ci presenta l’immagine del Buon Pastore, e questa Domenica è dedicata anche alla preghiera per le vocazioni. Papa Leone XIV è ora il pastore della Chiesa universale. È chiamato a guidare, ad accogliere, a costruire unità. Le divisioni nascono quando ci si allontana da Cristo, quando ciascuno pretende di decidere da sé cosa sia vero e cosa no. Ma lui ha subito richiamato all’unità, e questo ci interpella: vogliamo aiutare il Papa? Diventiamo costruttori di unità.
Sant’Agostino, commentando il Salmo 127, scrive: “In illo unum”, una frase che il Papa ha scelto per il suo stemma. Agostino ricordava alle monache che il monastero è immagine della Chiesa, e che l’unità è fragile se non si coltiva con rispetto reciproco. Questa lezione è quanto mai attuale.
Papa Leone XIV è un uomo di dialogo. Non punta il dito contro nessuno, anzi, tende la mano soprattutto a chi è in difficoltà. L’ho visto io stesso, negli anni in cui lavoravamo insieme: attento, mite, ma deciso nel voler costruire comunità.
Anche il cardinale Betori mi ha telefonato in questi giorni per dirmi che nei cardinali c’è stato consenso unanime: “È l’uomo giusto per costruire l’unità nella Chiesa”. E questo non è poco.
Ha scelto il nome Leone, non solo per il richiamo agostiniano a Leone X (che canonizzò Santa Rita e Santa Chiara da Montefalco), ma anche perché oggi serve un pastore forte nella mitezza, pronto ad affrontare un’epoca nuova, come quella dell’intelligenza artificiale, di cui tra l’altro è esperto, essendo laureato in matematica.
Vi chiedo solo una cosa: pregate per lui. Sì, ci sarà l’entusiasmo di questi giorni, ma non dimentichiamoci di sostenerlo ogni giorno nella preghiera. Il suo desiderio è essere un buon pastore, come Gesù. E la Chiesa può davvero rinascere, se Cristo è al centro.
Padre Giuseppe Pagano, OSA
Priore della Basilica di Santo Spirito
11 maggio 2025